martedì 12 luglio 2016

Il mito di Aci e Galatea


 Elaborazione Fotografica 
Il Mito di Aci e Galatea
Dimensione Opera: cm 40x25



Questa storia antica narra di amori non corrisposti, gelosie ed amori negati, storia di ordinaria follia che culmina in tragedia.

La leggenda si svolge in Sicilia, nell’area vulcanica e costiera dell’Etna, racconta di Galatea innamorata e ricambiata dal giovane pastore Aci, che era a sua volta amata dal Ciclope Polifemo. 
La donna contesa è la bellissima Galatea, una delle cinquanta ninfe del mare, le Nereidi, figlie di Nereo e di Doride, divinità marine che hanno il compito di assistere i marinai. 
Protagonista maschile respinto è Polifemo, un ciclope figlio di Poseidone e di Toosa, una ninfa dei mari. L’amore ricambiato è rappresentato da Aci, un pastore bellissimo, figlio di Fauno e della ninfa Simetide. La bellissima Galatea giocava sulla spiaggia con le sue amiche ninfe, gioiose e festanti, nel limpido specchio di mare dell’isola, quando un giorno apparve dalla collina il gigantesco figlio di Poseidone, Polifemo, che si innamorò di Galatea e decise che la bella ninfa doveva essere sua. Ma Galatea rifiutò in tutti i modi l’amore di Polifeno. Polifemo scoprì i due amanti insieme, infuriato, scagliò una grande pietra contro di loro. Aci fu colpito a morte. Galatea tentò in ogni modo di riportarlo in vita, ma non ci riuscì, così chiese agli dei che il sangue del giovane si trasformasse in un fiume in cui ella avrebbe potuto immergersi per congiungersi per sempre all’amato.
Fu così che dal mito nacque il fiume Aci, un breve corso d’acqua che attraversava molti villaggi, che persero appunto il prefisso di Aci (Aci Castello, Acitrezza, Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Platani, Aci Santa Lucia) e dove secondo leggenda, Polifemo avrebbe buttato nove parti del corpo di Aci.
Oggi, fra Acireale e AciTrezza, nel paese costiero di CapoMulini esiste ancora una sorgente chiamata dai residenti “Il sangue di Aci”, nome scelto anche per la colorazione dei depositi lungo l’affioramento della fonte.

Il dio Aci fa sentire ancora la sua presenza con spinte verso l’alto di acqua particolarmente fredda e non salata proveniente da spaccature nel fondo marino.

              

Nessun commento:

Posta un commento